....stasera di certo mi sarei dissetata. Giornata dura, intensa... minuti cadenzati dallo squillo del telefono oggi insistente più che mai.
Sulla strada del ritorno, gli occhi si chiudono e la mente vaga. Gocce di pioggia si schiantano sul parabrezza, ma me ne accorgo solo quando oramai non vedo più nulla. Ho sonno. Voglia di riposare. Di staccare la spina. A passo lento salgo le scale di casa...mi sembra la muraglia cinese. Lo zaino, un macigno. Il cielo visto da dietro i vetri sembra più opaco... mi libero dei miei fardelli e mi soffermo a guardarlo. La sua serena immobilità mi pervade, e dopo pochi secondi le gambe prendono a scalpitare, i nervi a distendersi, il sangue a sciogliersi nelle vene infreddolite, lo stomaco a dare i primi segni della fame di sera. sto tornando a vivere. lotto con la me stessa che dovrebbefarequestoequellaltro ma vinco io.. e allora si va.
NOn sento il freddo, non ce n'è. Il paese prende a sfollarsi, il traffico a diradarsi. E'ora di cena, per chi non ha appuntamento con la luna come me. Forse anche per i satelliti che hanno deciso di non farsi vedere per i primi 15' di allenamento. Ma chissenefrega. Vado tranquilla, primi km in leggera discesa per aiutare le gambe ad ammorbidirsi. Penso a me, canto, ricordo, saluto, guardo le stelle, sento i passi. I minuti passano e i km scorrono. I satelliti invidiosi hanno deciso di non poter rinunciare a questo spettacolo e si uniscono a me dopo 3-4 km, metro più metro meno. Non so dove sto andando nè quale sarà il mio percorso stasera. So solo che le gambe un po' bruciano mentre gli occhi sorridono. Vado avanti a sensazione per 55 minuti e una decina di km ... pezzi di tempo e spazio solo miei, delle mie gambe e dei miei neuroni stanchi che, contro ogni legge della fisica, torno a casa più carichi che mai. E ho scoperto che pure la luna, quanto a regalare energia, non ci scherza mica...
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