lunedì 3 dicembre 2012

I primi, freddi....

...gelidi dieci chilometri di un inizio dicembre da paura. Fuori è ancora buio ma dopo il weekend di letargo le bimbe scalpitano per uscire, incuranti del muro di ghiaccio che è l'aria fuori. Muovo i primi passi e mi pare di tagliarla, con la mia esile e spigolosa sagoma traccio una linea dritta e sottile,  parallela alla scia bianca di un aereo che solca il cielo sopra di me. Il freddo pare dilatare tempo e spazio. Secondi come ere geologiche, centimetri di asfalto come intere autostrade mentre qualcuno mi canticchia nelle orecchie che strada facendo troverò un qualche benedetto gancio in mezzo al cielo.
Mi guardo intorno  e vedo giovani infreddoliti come ghiaccioli ad un'improbabile fermata del tram, mamme che al buio pesto trascinano corpi di figli le cui piccole anime calde sono rimaste sotto le coperte a guardare i cartoni mangiando latte e biscotti, con poco caffè perchè sono piccoli. Mi guardo intorno e vedo la città che si sveglia mentre il disgelo lentamente restringe il mio tempo ed il mio spazio, ora quasi allineati a quelli del mondo, dei tram, delle mamme coi bambini. In linea con quella percezione universale della fretta del lunedi mattina, ovunque, comunque e per chiunque è sempre tardi, c'è sempre qualcosa che hai dimenticato, le chiavidicasa, il telefono, di comprare l'acqua, ritirare la posta, chiamare l'amica che ti cerca da giorni. C'è sempre un ufficio, una scuola, un ospedale, un posto che aspetta solo e sempre te in ritardo sulla tabella di marcia. Però ci sei sempre tu che come incantata li lasci aspettare: il tuo tempo e il tuo spazio si restringono col passare dei km, non gli dai fretta,  aspetti che ti accompagnino a casa, sotto la doccia, a preparare la cartella con i libri del giorno. E'questo l'inizio che voleva il tuo corpo ormai sudato come d'agosto e la tua testa ora più concentrata e pronta a partire che mai. Ed è questo che rubi al freddo e gelido primo lunedi del mese. In fondo è come un bimbo che ruba la marmellata, a nessuno importa, il tempo là fuori è sempre lo stesso ... non si è di certo preoccupato di te che il tempo invece l'hai allungato e poi accorciato come una fisarmonica. E allora lunedi sia anche per te, te che ora non senti più freddo. Però, cazzo, è ora di andare e - che bello - hai fretta anche tu. Dieci freddi chilometri per entrare nel tempo del mondo al ritmo di corsa.

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